[Estratto del 10° capitolo del libro di Zhang Boying “Il socialismo con caratteristiche cinesi. Perché funziona?“]
L’esperimento di Sara Bongiorni
Mentre era impegnata a impacchettare i regali per il Natale del 2004, la scrittrice freelance americana Sara Bongiorni si rese improvvisamente conto che 25 dei 39 regali da lei comprati erano “Made in China”. Si accorse anche che le sue scarpe, i calzini, i giocattoli dei bambini e le lampade di casa avevano tutti una cosa in comune: provenivano dalla Cina. Questa scoperta sconvolse la giornalista, che non poté fare a meno di porsi due domande: gli americani potrebbero sopravvivere senza i prodotti cinesi? La globalizzazione è davvero entrata così di soppiatto nelle nostre vite? Fu così che la Bongiorni fece una scelta risoluta: a partire dal 1° gennaio 2005, la sua famiglia avrebbe vissuto per un anno senza prodotti cinesi per testarne le conseguenze.
La vita della famiglia Bongiorni si trasformò in una tragedia! I problemi, sia grandi che piccoli, si susseguirono uno dopo l’altro e talvolta non si poté fare a meno di parlare di veri e propri fallimenti. La giornalista era costretta a passare ore e ore su internet solo per trovare un’alternativa ai prodotti cinesi: il giocattolo tedesco da 100 dollari non piacque affatto al suo figlioletto di cinque anni, che pianse lacrime amare perché la mamma non voleva comprargli i suoi adorati giochi cinesi; il marito di Sara fu costretto a cucire a mano dei sacchi a pelo in cui fare dormire i bambini; le candeline per una torta di compleanno vennero a costare quasi come un vestito di alta moda. Nel dicembre 2005 la Bongiorni, ormai fisicamente e mentalmente esausta, pubblicò sul quotidiano “The Christian Science Monitor” il lungo articolo A year without “Made in China” basato sull’esperienza della sua famiglia. L’articolo sosteneva come il “Made in China” fosse praticamente impossibile da rifiutare e sottolineava la sorprendente dipendenza dell’economia statunitense dai prodotti cinesi. L’articolo causò grande scalpore e servì come punto di partenza per il libro Un anno senza «made in China».
Il 1° gennaio del 2006, la famiglia Bongiorni fu incredibilmente felice di tornare alle vecchie abitudini “Made in China” e godersi tutti i vantaggi di questi prodotti.
Il mondo beneficia dello sviluppo della Cina
Sara Bongiorni non è che uno dei numerosissimi americani che beneficiano dei crescenti scambi commerciali tra Cina e Stati Uniti. Secondo statistiche incomplete, negli undici anni tra il 2001 e il 2011, i prodotti cinesi hanno fatto risparmiare oltre 600 miliardi di dollari ai consumatori statunitensi. Inoltre, la Cina è diventata il maggior contributore ai guadagni di molte società degli Stati Uniti: anche tra il 2008 e il 2009, cioè nel momento più buio della crisi finanziaria, oltre il 70% delle aziende americane in Cina ha ottenuto alti profitti.
Oltre agli Stati Uniti, anche l’UE è nella lista dei Paesi che hanno beneficiato dello sviluppo cinese. Negli ultimi 10 anni, la Cina è diventata il mercato di esportazione dell’Unione Europea con la crescita più rapida. Le decine di migliaia di aziende europee che hanno investito in Cina hanno avuto un grande successo: si sono insediate nel mercato, hanno ottenuto alti profitti e sono diventate famose. La rapida crescita delle importazioni di prodotti a marchio UE in Cina e il boom degli investimenti in Europa hanno creato moltissimi posti di lavoro per i cittadini europei e hanno contribuito in maniera esponenziale alla stabilità sociale del vecchio continente. Dopo la crisi del debito europeo, la Cina e i suoi depositi monetari di valuta straniera non si sono mostrati riluttanti o gongolanti e non hanno nemmeno lapidato chi si trovava in una situazione di svantaggio: al contrario, hanno intrapreso azioni positive e hanno cercato di fornire un aiuto concreto. Durante il summit del G20 nel giugno 2011, il governo cinese annunciò un aumento di capitale per il Fondo Monetario Internazionale di 43 miliardi di dollari, così da fornire risorse più adeguate alla risoluzione della crisi. La Cina ha anche continuato a investire negli Eurobond e nelle obbligazioni del Fondo europeo di stabilità finanziaria e ha cooperato attivamente con il Meccanismo europeo di stabilità. I preoccupati politici europei si sono mostrati riconoscenti per queste importanti iniziative e uno di loro ha rilasciato un commento veritiero: la risposta della Cina alla crisi del debito è stata superiore a quella di alcuni alleati europei. In futuro, la Cina e l’UE rafforzeranno i negoziati sugli investimenti e il commercio, esploreranno la possibilità di costruire zone di libero scambio e si adopereranno per raggiungere l’obiettivo di un volume di scambi pari a 200 miliardi di dollari prima del 2020.
Dobbiamo inoltre considerare attivamente la possibilità di integrare la costruzione della cintura economica della Via della Seta nella cooperazione sino-europea; dobbiamo far sì che le persone, le imprese, i capitali e le tecnologie dei due continenti si ridestino e si accendano, con l’obiettivo di costruire un grande mercato euroasiatico; in tal modo Cina e Unione Europea diverranno il doppio motore della crescita economica globale.
La Cina si sta anche impegnando affinché i risultati del proprio sviluppo portino beneficio ai Paesi vicini. Nell’aprile del 2013, il Segretario Generale Xi Jinping tenne un discorso in occasione della conferenza annuale del Boao Forum for Asia in cui citò il famoso detto cinese “I vicini si augurano ogni bene, proprio come si farebbe tra famigliari”, che descrive alla perfezione lo spirito dei rapporti tra la Cina e i Paesi limitrofi. Nel corso degli anni, la Cina ha sempre promosso la fratellanza e la collaborazione con i vicini, ha consolidato legami amichevoli e ha portato avanti una cooperazione reciprocamente vantaggiosa. Il commercio tra la Cina e i Paesi limitrofi non ha mai smesso di migliorare sin dall’inizio del nuovo secolo: il volume degli scambi è passato da un centinaio di miliardi di dollari a 1,3 trilioni, cifra che supera quella dei rapporti commerciali con l’UE e gli Stati Uniti messi insieme. Per i Paesi limitrofi la Cina è diventata il principale partner commerciale, il più grande mercato di esportazione e un’importantissima fonte d’investimento. Nel contesto della crisi finanziaria internazionale, il contributo cinese alla crescita economica dell’Asia ha superato il 50%. Il politico e diplomatico Yang Jiechi ha parlato dell’argomento durante una conferenza stampa delle “Due sessioni” del 2013 e ha spiegato:
Ho lavorato nel campo della diplomazia per diversi decenni. Anni fa, sarebbe stato inimmaginabile per me vedere il commercio cinese con i Paesi vicini essere alla pari con gli scambi della Cina con l’Europa e gli Stati Uniti messi insieme. E forse quella cifra continuerà a crescere in futuro.
Lo sviluppo cinese ha anche portato benefici a un vasto numero di Paesi in via di sviluppo. Alla fine del 2012 gli investimenti diretti della Cina in Africa avevano già superato i 15 miliardi di dollari con progetti in oltre 50 Paesi. Il supporto cinese in Africa è cresciuto costantemente: sono stati costruiti più di 100 scuole, 30 ospedali, 30 centri anti malaria e 20 centri di tecnologia agricola, è stato onorato l’impegno di fornire all’Africa un prestito agevolato di 15 miliardi di dollari, sono stati educati quasi 40.000 esperti in diverse aree e sono state fornite più di 20.000 borse di studio governative agli studenti africani. Prima del 2000, il ruolo della Cina negli scambi commerciali con l’America Latina era solo marginale ma, dopo il “decennio d’oro”, il modello commerciale è notevolmente cambiato: gli investimenti e gli scambi con i Paesi latinoamericani sono raddoppiati e il volume di importazioni e esportazioni non ha mai smesso di crescere. Attualmente, la Cina è il secondo partner commerciale e il principale investitore in America Latina, nonché il più grande esportatore di prodotti brasiliani, cileni e peruviani. Nel 2011, gli scambi tra Cina e Brasile hanno raggiunto gli 84,2 miliardi di dollari, cifra che supera il volume totale dei rapporti commerciali con la Russia, la Gran Bretagna, la Francia e altri Paesi messi insieme. Osvaldo Rosales, ex direttore dell’Economic Commission for Latin America and the Caribbean delle Nazioni Unite, ha confermato che molti Paesi dell’America Latina hanno beneficiato degli scambi con la Cina, che hanno reso possibile il mantenimento della stabilità economica durante la crisi finanziaria. L’economia cinese è addirittura riuscita a influenzare “il clima” economico latinoamericano!
Lo sviluppo cinese ha contribuito in maniera unica alla pace mondiale. Alla fine del 2012, la Cina aveva già inviato oltre 20.000 pacificatori in più di 30 operazioni per il mantenimento della pace in ogni angolo del mondo, trasformandosi nel Paese con il maggior numero di pacificatori ad aver preso parte alle operazioni delle Nazioni Unite tra i cinque membri permanenti del Consiglio di sicurezza dell’ONU. I caschi blu cinesi si possono incontrare in Asia, Africa e America Latina: le loro tracce sono ovunque. La Cina ha anche inviato una flotta nel Golfo di Aden per attaccare e sconfiggere i pirati che la facevano da padroni, dando un prezioso contributo al mantenimento della pace in questo tratto marittimo così importante a livello internazionale. Senza la forza militare della Cina, che deriva dallo sviluppo economico nazionale, tutto questo sarebbe stato impossibile.
La Cina fa e il mondo guarda. La comunità internazionale, compresi i politici, i diplomatici e gli osservatori, ha valutato in maniera positiva il contributo cinese allo sviluppo mondiale. Renata Lok-Dessallien, coordinatrice residente dell’ONU e rappresentante residente UNDP in Cina, è convinta che, in quanto Paese in via di sviluppo, la Cina non abbia promosso solo la propria stabilità nazionale, ma anche lo sviluppo e la pace del mondo intero. È del parere che il modello dello sviluppo pacifico cinese sia un’ottima fonte d’ispirazione per il resto del pianeta: se l’economia mondiale è riuscita a rimanere relativamente stabile durante la crisi economica internazionale, è sicuramente grazie ai contribuiti della Cina. Il co-presidente dell’US-China Partnership Committee Gene Hartigan ha sottolineato come la Cina stia lavorando duramente per creare nuove collaborazioni in ogni parte del globo terrestre e come le opportunità fornite dallo sviluppo cinese siano apprezzate ovunque. Lo status internazionale e l’influenza della Cina sono sempre più evidenti grazie ai mutui vantaggi che i rapporti di cooperazione garantiscono. L’aumento degli investimenti cinesi all’estero ha creato nuove opportunità sia per la Cina che per gli altri Paesi e regioni che ne beneficiano. Il Segretario Generale del Danish-Chinese Business Forum Tom Jensen ha definito la Cina “un luogo pieno di opportunità”.
Lo sviluppo della Cina continuerà a portare benefici al mondo intero
Il rapporto del XVIII Congresso Nazionale del PCC ha sottolineato:
L’intero partito deve fare della promozione dello sviluppo economico e sociale la massima priorità nell’applicazione del Concetto scientifico di sviluppo.
Ora come nel futuro, l’economia cinese continuerà a trasformarsi e aggiornarsi per mantenere vivo lo slancio economico attuale, garantendo così a tutti i cinesi, cioè a un quinto della popolazione mondiale, un tenore di vita più alto. Questo è già di per sé un contributo importante allo sviluppo mondiale. Inoltre, la domanda interna, soprattutto quella legata ai consumi, continuerà ad espandersi in futuro e anche gli investimenti stranieri aumenteranno notevolmente. A partire dal 2014, molti politici cinesi hanno ripetuto al mondo intero questa previsione in varie occasioni: nei prossimi cinque anni la Cina importerà beni per una cifra pari a circa 10 miliardi di dollari, gli investimenti nei Paesi stranieri raggiungeranno i 500 miliardi e 400 milioni di turisti cinesi si recheranno all’estero. Ciò offrirà ottime opportunità commerciali: per quei Paesi e quelle regioni che sono stati profondamente colpiti dalla crisi finanziaria e si stanno lentamente riprendendo; queste cifre sono equiparabili a una pioggia scrosciante dopo un lungo periodo di siccità.
In poche parole, lo sviluppo della Cina è un’ancora di salvezza e un’opportunità per il mondo intero, perché i successi cinesi non recano benefici solo al Paese, ma anche al resto del pianeta. Lo sviluppo e i risultati della Cina si riflettono direttamente sul rafforzamento della pace mondiale e sulla stabilità del ritmo del progresso umano.
[Estratto del 10° capitolo del libro di Zhang Boying “Il socialismo con caratteristiche cinesi. Perché funziona?“]